I foconi o focaracci della Venuta in Valnerina

                           I tradizionali foconi o focaracci della Venuta

Tra il 9 e il 10 dicembre, in occasione della Venuta, la tradizione celebra un momento di grande suggestione: i cosiddetti focaracci o foconi. Da più di 400 anni i fuochi vengono accesi ogni anno per rischiarare le tenebre ed illuminare il cammino degli angeli. La festa è diffusa in tutta la Valnerina nonché in molti altri paesi dell’Umbria e delle Marche. Durante la notte del 9 Dicembre gruppi di appassionati si riuniscono per ammucchiare, intorno un palo di legno altissimo chiamato, “lu pajaru”, molti rametti di ginestra che nel suo bruciare creerà il “faone” attorno a cui ci si ritrova per un momento conviviale. La scelta di questo arbusto non è casuale in quanto bruciando produce uno scoppiettio intenso che rallegra ed anima il fuoco. Questi grandi falò, detti “fotoni o focaracci” sono animati da organetti, buon cibo alla brace, dolci, caldarroste ed uno speziato bicchiere di vino brulé. La serata si trasforma in una festa di tutti e per tutti nell’attesa di mezzanotte. 

L’origine dei fauni o foconi della Venuta

Per la mitologia romana i fauni erano divinità campestri, conosciuti anche come compagni delle Fate.
Erano mortali dalla vita lunghissima: avevano il corpo di un uomo, le zampe di una capra, la fronte aggrottata e il loro  aspetto era forte e gentile.
Venivano rappresentati mentre suonavano 2 flauti e, a detta di  Ovidio, Fauno, il fondatore dei Fauni, era figlio di Marte mentre secondo gli Stoici era il figlio del profeta Pico. Nell’antichità i Fauni erano divinità molto venerate dai pastori perché proteggevano i campi e le greggi dai lupi e dal maltempo. La festa dei foconi è di origine pagana ma con il tempo ha assunto una connotazione religiosa, diventando la festa della Madonna.
Le sue origini risalgono alla notte del 9 dicembre del 1291, quando la Santa Casa di Nazareth, messa in pericolo dagli infedeli ottomani, fu portata in volo a Loreto dagli angeli facendo sosta prima in Valnerina.
Per questo motivo tutti gli anni  si accendono enormi fuochi. Servono per guidare gli angeli e schiarire dall’oscurità.
L’accensione dei foconi ci catapulta in un passato non molto lontano, facendoci rivivere un’esperienza di vita popolare caratteristica.

 

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