Il mito della Sibilla: leggende, tradizioni e misteri dei Monti Sibillini

Il mito della Sibilla: leggende, tradizioni e misteri dei Monti Sibillini

I luoghi affascinanti e ricchi di misteri dei Monti sibillini custodiscono il mito della sibilla oltre a leggende e tradizioni che hanno appassionato intere generazioni. 

Il paesaggio aspro, ricco di strette gole, anguste caverne, folti boschi e alte cime accende la fantasia di ognuno di noi con il mito della Sibilla e di altri entusiasmanti racconti fantastici. I nomi di quei posti come il Lago di Pilato, l’Infernaccio, il Passo Cattivo e il Monte Sibilla sono legati alle storie che i visitatori riescono ad immaginare  appena vi si inoltrano. Il mito della sibilla è uno dei più famosi  e conosciuti che diede il nome al Monte Sibilla. 

Ma chi è la sibilla?

La sibilla era conosciuta come una saggia profetessa capace di predire il futuro o regina delle fate che inviava le sue ancelle ad insegnare l’arte del ballo e della tessitura. Ma c’è un’altra tradizione che la dipinge  come un essere diabolico che intrappolava tutti gli avventurieri che entravano nella sua grotta.

Il sentiero delle fate

Sulla cresta che conduce al Monte Sibilla si può scorgere il sentiero delle fate. Qui la leggenda narra che, in una notte di plenilunio, le fate fossero scese nella gola dell’Infernaccio per danzare con gli abitanti del posto. Colte dalle luci dell’alba e timorose dell’ira della sibilla si affrettarono a ritornare nella grotta. Le fate erano esseri rappresentati come metà donna e metà caprini e la loro corsa affannosa aveva scolpito il famoso sentiero nella roccia. 

Leggenda del lago di Pilato


Vicino al Monte Sibilla esiste un altro luogo misterioso dei Monti Sibillini: il lago di Pilato. Ha la forma di occhiali e si trova ai piedi del Pizzo del Diavolo e del Monte Vettore. Nel Medioevo, qui, si adunavano streghe e negromanti, che guidati dagli abitanti, raggiungevano le sue sponde per praticare riti magici . La notizia costrinse la Chiesa a scomunicare gli abitanti del vicino paese di Montemonaco, che vi accompagnavano gli avventurieri, a murare il lago e ad innalzare forche nei pressi dei passi di  accesso per impedire le pratiche magiche. 

Il nome suggestivo del Lago di Pilato rimanda al periodo dell’antica Roma. Secondo la tradizione il lago conserverebbe il corpo di Ponzio Pilato, il quale fu trascinato da un carro di buoi senza nessuno alla guida. Si dice che i buoi andarono in cima al monte Vettore e si buttarono nel lago e il cadavere di Ponzio Pilato colorò l’acqua di rosso. Tutt’oggi alcuni pastori della zona sostengono che in determinati periodi dell’anno il lago si tinga di rosso. Il famoso artista Benvenuto Cellini sosteneva che i rituali magici praticati sulle sponde del lago di Pilato avessero come fine quello di chiamare i  demoni per far scovare dove si trovassero i tesori nascosti.

Il nome della Sibilla

La tradizione popolare vuole che il nome della sibilla fosse Alcina. Si racconta che, migliaia di anni fa, la profetessa appartenesse ad una famiglia di giganti che abitavano sulle vette della Valnerina. Al tempo i piani di Castelluccio formavano un unico lago in cui spiccavano solo i monti più alti. Molto tempo dopo arrivarono gli uomini, sicuramente meno forti dei giganti ma intenzionati a conquistare il territorio dei Monti Sibillini. Dopo lunghi anni di combattimenti, la nostra specie vinse. Il re dei giganti venne ucciso, ma Alcina poté continuare a vivere nelle sue caverne insieme alle damigelle che diventarono le fate. Ancora oggi sui Monti Sibillini si respira l’aria di magia, di misteri e leggende straordinarie, di fate, di demoni rendendo questi luoghi suggestivi e carichi di immaginazione.

REPORTAGE DI LORENA PASSERI DI ALCUNI PERCORSI DEI MONTI SIBILLINI

Salite, discese, natura incontaminata che richiama leggende, miti e storie popolari dei questa parte dell’Umbria poco conosciuta.

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